" Osteopatia e Sport: sognando Tokyo "

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Mi sento davvero fortunata di far parte del team GAS (Group AbeOS for Sport) che dal 2018 garantisce assistenza osteopatica agli atleti professionisti della Nazionale di canottaggio della Romania, (se vuoi saperne di più clicca qui) qualificata per le prossime olimpiadi che si terranno a Tokyo nel 2021 e che la scorsa settimana ha arricchito il suo medagliere a Varese durante un’importante competizione europea. Questa è per me una grande occasione sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista umano.

Varese

Il lago di Varese è stato l’attore principale che ha accolto gli atleti per le qualificazioni Europee senior di canottaggio e paracanottaggio: una tre giorni ricca di grandi emozioni per tutti gli atleti che ne hanno preso parte (un plauso anche alla nostra nazionale Italiana che ha portato a casa un bel risultato!)Personalmente ho seguito in differita la finale, tenutasi domenica 11 aprile, rallegrandomi e non poco per i risultati ottenuti dai miei ragazzi che hanno portato a casa: due medaglie d’oro e quattro medaglie d’argento (trovi i dettagli qui)

Ammetto che questa è per me una gran bella soddisfazione: durante il periodo che ho dedicato alla loro assistenza ho avuto modo di potermi confrontare con gli atleti i quali godono di un’alta motivazione accompagnata da un’enorme ambizione e di senso di appartenenza.
La Federazione romena Nazione nutre immensa fiducia in questa categoria sportiva. Sono davvero orgogliosa di far parte di questo team!

Umbria, prima di Varese

Incastonato in una cornice naturale davvero caratteristica, il lago di Piediluco (Umbria) accoglie nel lungo periodo invernale gli atleti della Nazionale per i loro allenamenti. Il posto è davvero accogliente. Il lago, insieme al piccolo paesino umbro che ne fa da contorno e dal quale sono stata colpita per i colori delle case che sono in perfetta armocromia con il contesto, riflettono una bella sensazione di accoglienza, calma e serenità. La stessa accoglienza caratterizza anche degli abitanti del luogo.

Mai come in questo anno l’accoglienza ha riverberato positivamente sugli atleti: il periodo attuale ha avuto effetti anche sulla loro condizione psicofisica infatti ho avuto modo di interfacciarmi con alteti che non solo si trovano in una condizione di forte stress per via dei duri allenamenti, della tensione pre-gara, e della sola idea di dover competere a Tokyo, ma si trovano anche a fronteggiare questo momento storico segnato dal Covid-19 lontani dalle loro case.

La loro permanenza a Piediluco, infatti, ha avuto una durata maggiore rispetto alla canonica poiché la presenza del virus e le vigenti restrizioni hanno fatto si che loro trascorressero ben quattro mesi senza la possibilità di tornare dalle loro famiglie: Natale e Capodanno compresi.

Si sa: il contesto ambientale, che è composto anche dagli gli affetti personali, ha la sua grande importanza sulle condizioni di salute che, come ricorda l’OMS : non è solamente un’assenza di malattia o menomazione fisica bensì si tratta di una condizione di equilibrio non solo fisico ma anche mentale, spirituale e sociale.

Durante la settimana che precedeva il loro arrivo a Varese ho avuto l’occasione di poter prestare la mia assistenza osteopatica agli Atleti insieme a due cari colleghi: Gianluca Cavallini e Francesco Senigagliesi, ormai storici membri del Team Gas. L’obiettivo della presenza di noi osteopati era ed è tutt’ora quello di apportare supporto alla salute ed al benessere dei ragazzi che durante il giorno seguono una tabella di marcia molto stretta nei tempi e nell’intensità:

  • Ore 6:30 sveglia seguita da una ricca colazione
  • Ore 8:30 e per le successive due ore e mezzo allenamento in acqua
  • Ore 13:00  pausa pranzo
  • Due ore di relax per recuperare
  • Ore 16 fino alle 19 allenamento che può essere ancora in acqua, in bici oppure in palestra a seconda della necessità del caso e del programma di training.
  • Ore 20 cena
  • Dalle 21 in poi spazio alle cure osteopatiche, fisioterapiche e di relax!

Risulta di facile intuizione il fatto che i loro corpi siano sottoposti ad un grande stress ed è per questo che, a fine serata e nel post cena, gli atleti si affidavano alle nostre cure: negli sportivi, infatti, lo stress è un elemento da non sottovalutare poiché fonte di grandi scompensi che mettono a repentaglio non solo la salute fisica dell’atleta ma anche quella mentale (ne parlo qui) sarà ridondante ma sottolineo quanto sia importante l’equilibrio di questi due grandi elementi al fine di ottenere da noi il massimo della performance, che si tratti di atleta o di casalinga!

Alla fine della settimana di permanenza umbra siamo tornati a casa con più di 70 trattamenti osteopatici effettuati e con la grande soddisfazione di aver lasciato gli atleti nelle migliori condizioni fisiche: pronti per le gare che si apprestavano ad arrivare!

Le disfunzioni con le quali ci siamo maggiormente interfacciati riguardavano problematiche di mal di schena, lombalgia, cervicalgia e non poche disarmonie della respirazione e del muscolo diaframmatico ad essa strettamente connesso, fermo restando che si è lavorato e non poco sul carico di stress da essi stessi segnalato.

Questa esperienza conferma il fatto che il binomio tra osteopatia e sport è forte e consolidato, non solo dal punto di vista del miglioramento della performance e della risoluzione di fastidiose disfunzioni osteopatie ma anche e non poco per quanto riguarda l’ambito preventivo, per saperne di più clicca qui

Spunti e Riflessioni

Anche gli sportivi soffrono

Prima dell’esperienza a Piediluco ero convinta del fatto che gli sportivi ragionassero unicamente per obiettivi legati alla vittoria: mi sono dovuta ricredere. Anche loro hanno un cuore e, come tutti, una spiccata emotività che va poi ad influire sulla loro performance. Mi ricorderò di non giudicare prima di fare!

Non solo thrust!

Un’altra convinzione che fondava il mio prenconcetto sul trattamento osteopatico legato all’ambito sportivo era quello delle famose tecniche in HVLA, ero convinta infatti che gli atleti desiderassero solo quelle ed invece, di nuovo, mi sono dovuta ricredere: i loro organismi avevano bisogno per la maggiore di teniche dolci, o fasciali, e di tanto riequilibrio tra la cerniera cranio sacrale.

Osteopatia è Prevenzione!

Molti atleti sceglievano il trattamento osteopatico non per curare un male bensì per prevenzione, questo mi ha stupita e non poco considerando il fatto che la maggioranza dei pazienti sceglie l’osteopatia quando è sopraffatta dal dolore o quando non ha più speranza!

Conclusioni

Ripeto spesso di essere molto fortunata e lo faccio anche in questo caso: avere la possibilità di poter lavorare con atleti di un tale livello è cosa davvero stimolante e molto devo alla mia scuola che sin dai tempi del tirocinio clinico di quando ero una studentessa ci ha permesso di lavorare in contesti non poco importanti (https://www.abeos.it/) Per ogni sportivo si mostra sempre più importante una cura integrata che non comprende solamente la preparazione atletica: la cura integrata prevede la collaborazione e l’interazione tra varie figure professionali aventi a loro volta competenze differenti: ciò consente all’atleta di portare al massimo il proprio livello di salute, la risultante sarà il raggiungimento dell’obiettivo desiderato in anni di allenamento e costanza. Ho tanto altro da raccontarvi sull’osteopatia e lo sport, come ad esempio di Gianina e Dana ed i loro ruoli così diversi in barca, ma lo faremo poi…
www.manueladivito.it

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