𝑄𝑢𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑣𝑜𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑓𝑒𝑠𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑜𝑔𝑔𝑖 𝑒̀ 𝑙𝑎 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑠𝑒 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑖.
𝙄𝙣 𝙇𝙖𝙠’𝙚𝙘𝙝 – 𝙏𝙪 𝙨𝙚𝙞 𝙪𝙣 𝙖𝙡𝙩𝙧𝙤 𝙢𝙚
Nella vita tendiamo a portare l’attenzione verso ciò che non abbiamo 𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰𝗮𝗻𝗱𝗼𝗰𝗶 𝗱𝗶 𝗺𝗮𝗻𝗶𝗳𝗲𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗴𝗿𝗮𝘁𝗶𝘁𝘂𝗱𝗶𝗻𝗲 𝗻𝗲𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗮𝗯𝗯𝗼𝗻𝗱𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗰𝗶 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮. La vita stessa è per me massima espressione di abbondanza.
L’otto marzo dello scorso anno 𝗺𝗶 𝗮𝗿𝗿𝗮𝗯𝗯𝗶𝗮𝗶 tanto perché non avevo ricevuto in regalo la mimosa che celebra e colora la ricorrenza di oggi.
Mi arrabbiai così tanto perché in quel gesto non ricevuto 𝑣𝑒𝑑𝑒𝑣𝑜 𝑣𝑒𝑛𝑖𝑟𝑒 𝑎 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑜𝑛𝑛𝑎.
Il tempo, che inseguo e che a volte sento correre dietro ai mie passi, è stato in grado di sovvertire questo pensiero: 𝗵𝗼 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗺𝗶 𝗰𝗵𝗶 𝗲 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗽𝗼𝘁𝗲𝘀𝘀𝗲 𝗶𝗻𝗳𝗹𝘂𝗲𝗻𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗯𝗲𝗻𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗲𝗱 𝗶𝗹 𝗺𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗻𝘀𝗶𝗲𝗿𝗼 riportando così il centro della mia attenzione verso ciò che conta realmente.
Non credo molto in questa ricorrenza, tant’è che oggi io e la mia mamma abbiamo deciso di non regalarci mimose ma di dirci semplicemente “𝗴𝗿𝗮𝘇𝗶𝗲” per esserci l’una per l’altra.
Ne approfitterò per fare un augurio: quando al mattino vi guardate allo specchio 𝘀𝗼𝗿𝗿𝗶𝗱𝗲𝘁𝗲 𝗮 𝘃𝗼𝗶 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼𝘃𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗺𝗲𝗻𝘀𝗼 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗲̀ 𝗱𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝘃𝗼𝗶. Quando al mattino vi guardate allo specchio riconoscetevi nei vostri occhi ed una volta fuori ricordate che 𝑛𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑟𝑖𝑓𝑙𝑒𝑡𝑡𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑐𝑖𝑜̀ 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑖 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜.
Liberi, uguali. Non donne e né uomini ma splendidi esseri umani, unici, grandi e fallibili.
𝗠𝗶 𝗮𝘂𝗴𝘂𝗿𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗽𝗿𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗮𝗿𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗮̀ 𝗶𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗯𝗶𝘀𝗼𝗴𝗻𝗲𝗿𝗮̀ 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝗰𝗮𝗹𝗲𝗻𝗱𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗮 𝗻𝗼𝗶 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗲𝗱 𝗮𝗹 𝗺𝗼𝗻𝗱𝗼 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶 𝘀𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗶 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲𝗱 𝘂𝗻𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗻𝗼𝘀𝗰𝗶𝘂𝘁𝗶.
Osteopata Manuela Di Vito